Scoprire l’Italia in camper

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6 itinerari ideali suggeriti in Abruzzo, Emila Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Sicilia

Per scoprire l’Italia in camper, si parte dal Friuli Venezia Giulia con Sportland, itinerari in Carnia dedicati agli sport outdoor; si prosegue in Emilia Romagna alla scoperta della Food Valley che da Reggio Emilia arriva a Parma passando per Felino e Langhirano; si fa sosta nelle Marche con una spiaggia al giorno da Fano a San Benedetto del Tronto; si arriva in Abruzzo per attraversare la Costa dei trabocchi; si visitano i borghi molisani passando per i tratturi e si scende in Sicilia sulla via dei Fenici.

Sportland (Friuli Venezia Giulia)

Tra falesie, laghetti, boschi e storici vigneti, si può scegliere un itinerario nord-sud da Ampezzo (Ud) a Nimis attraversando 15 Comuni che seguono sempre il Tagliamento (Villa Santina, Arta Terme, Tolmezzo, Verzegnis, Venzone, Bordano, Trasaghis, Gemona, Osoppo, Montenars, Forgaria nel Friuli, Artegna, Tarcento, Buja). Il percorso è ricco di oasi naturalistiche incontaminate: dove fare trekking, bike, yoga o semplicemente respirare l’aria di montagna e quella ricca di ozono delle cascate. E tra natura e cultura carnica, è possibile immergersi nella cucina multietnica che fa tesoro delle tradizioni delle vicine Austria e Slovenia, con le rispettive contaminazioni ungheresi, boeme e perfino turche.

La Food Valley (Emilia Romagna)

I sapori antichi dell’Emilia valgono un viaggio ad hoc nella valle del cibo. Reggio Emilia e Parma sono la culla del Parmigiano Reggiano che in queste pianure nacque per caso nel XII secolo da un errore dei monaci benedettini. A Felino, piccolo Comune parmigiano, fin dai tempi di Seneca è citato il salame locale, visibile in un affresco medievale nel Battistero di Parma, ma divenuto celebre solo nel ‘700. Al principe dei salami (IGP) in paese è dedicato un museo, mentre a Langhirano c’è quello del prosciutto di Parma DOP: salumi da accompagnare con Lambrusco (il primo) e con Malvasia dei Colli locali, il secondo.

Una spiaggia al giorno (Marche)

140 km di lungomare dividono la pesarese Fano dall’ascolana San Benedetto del Tronto. L’itinerario è consigliato per chi vuol passare dalle coste sabbiose a quelle di sassolini che scivolano nelle acque di un Adriatico che si fa cristallino. Le tappe sono Fano, che ha il suo nome da sempre abbinato alla fortuna, Ancona che dal 387 a.C. significa gomito (Ankòn in greco) per via della sua sporgenza orografica sul mare; e poi giù per la costa a Civitanova Marche, Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto con la sua flotta peschereccia e il pesce a volontà sulle tavole lungo tutto il viaggio.

All’arte e alla storia di questa terra che deve molto alla sua secolare dipendenza dallo Stato Pontificio, si associano una natura rigogliosa e una cucina fatta di sapori semplici, ma intensi e ricchi di antiche tradizioni popolane: dalle focacce Cacciannanze ai Ciarimboli (salumi all’aglio e rosmarino), dalla zuppa Ciavarro ai Cutanèi, gnocchetti all’anatra, dal formaggio di fossa alle olive all’ascolana, al Mistrà che chiude ogni pasto col suo gusto amaro di anice, finocchio selvatico, arance e mele.  

La Costa dei trabocchi (Abruzzo)

I trabocchi sono le “bilance” che con le loro baracche in legno e i pali orizzontali sul mare punteggiano la costa – là dov’è alta – agevolando la pesca dal sud dell’Abruzzo fino al Molise. Sono un arcaico e funzionale sistema fenicio di reti, oggi automatizzato, ma non per questo meno ricco di fascino. Richiamano ovviamente ai piatti di mare che, con quelli di montagna, costituiscono un ottimo connubio per la dieta sana del viaggiatore. L’Abruzzo offre una natura dai forti contrasti e dai pochi abitanti: appena 117 per kmq, che insistono in un territorio che può contare ben 25 dei 325 borghi più belli d’Italia (Anversa degli Abruzzi, Bugnara, Castel del Monte, Navelli, Opi, Pacentro, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio, S. Stefano di Sessanio, Scanno, Tagliacozzo, Villalago, Casoli, Crecchio, Guardiagrele, Rocca S. Giovanni, Pretoro, Abbateggio, Caramanico Terme, Città S. Angelo, Penne, Campli, Castelli, Civitella del Tronto, Pietracamela).    

La costa dei trabocchi in Abruzzo

Tra borghi e tratturi (Molise)

Cenerentola del turismo italiano, il Molise riserva quindi, ai più, molte sorprese. A partire dai borghi. C’è ad esempio Castelpetroso col suo enorme santuario neogotico che pare una chiesa che ti aspetti di trovare nel centro di Londra. C’è Rocchetta a Volturno coi suoi due borghi: quello alto che è un paese fantasma, e quello basso risalente all’800. C’è Sepino col suo splendido teatro romano circondato di case del ‘700. E ci sono 5 tratturi, le antiche vie di transito delle mandrie di pecore: col freddo dai monti abruzzesi alle pianure pugliesi e col caldo in direzione opposta. Questi antichissimi itinerari (non completamente percorribili) che collegano Pescasseroli a Candela, Castel di Sangro a Lucera, Celano a Foggia, Centurelle a Montesecco e L’Aquila a Foggia, è possibile trovarli su molise.beniculturali.it.

La via dei Fenici (Sicilia)

Ultimo itinerario per chi vuole visitare l’Italia in camper, a Marsala non può mancare una puntata sull’isola di San Pantaleo, l’antica Mozia, prima colonia fenicia in Sicilia. Un tempo popolosa città, oggi conta una decina di abitanti e vi si arriva solo su traghetti privati che attraversano la laguna salata, le cui acque salgono nel corso della giornata. In due ore si visita praticamente tutto: siti archeologici, necropoli, museo e resti del santuario del VII secolo a.C.. La via dei Fenici porta alla seconda e alla terza colonia di questo popolo mediorientale: Palermo e Solunto sul monte Catalfano. A Palermo il primo nucleo fenicio si stanziò dov’è oggi la Cattedrale: necropoli visibile nella caserma Carabinieri del quartiere Cuba.

Marsala

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