I borghi di Roghudi e Pentedattilo, oggi, sono due borghi non abitati, ma lo stesso affascinanti e non facili da raggiungere. Pieni di strade impervie, frane e mucche lungo la strada.
Roghudi, il borgo “fantasma”
Roghudi Vecchio è un vero e proprio borgo “fantasma”, poiché per colpa di due alluvioni nei primi anni settanta, si è spopolato. I due eventi hanno spinto gli abitanti a lasciare il paese.
Il suo nome deriva dal greco rogòdes, “pieno di crepacci”, ed è piuttosto evocativo dell’ambiente che lo circonda, fatto di dirupi e frane. Il paese può essere visitato attraverso una guida. A causa della strada accidentata e allo stato di abbandono del borgo, meglio non addentrarsi da soli.
Pentedattilo, senza abitanti ma pieno di vita.
Più vicino al mare e ad un’altitudine minore, c’è Pentedattilo il cui nome deriva dal greco e significa “cinque dita”, a causa della forma simile ad una mano del Monte Calvario sul quale è arroccato.
Anche se la storia di Pentedattilo è vecchia epocale, viene narrato che nei giorni di vento, tra le dita ciclopiche si possa udire il lamento di dolore di Lorenzo Alberti, infatti la leggenda lega Pentedattilo alla strage degli Alberti.
Pentedattilo è disabitato dai primi anni sessanta anche se contrariamente a Roghudi – che oramai è in completo stato di abbandono –, mantiene inalterato il suo fascino anche grazie ad alcune associazioni giovanili che hanno messo in piedi un po l’abitato, riuscendo a far aprire alcune botteghe e punti ristoro promuovendo iniziative culturali e pacifiste.
Le casette in pietra, decorate dai fichi d’india, sono diventate alloggi per l’ospitalità diffusa. Fino a pochi anni fa qui abitava solamente un artista austriaco, costretto a fuggire a causa delle intimidazioni della ‘ndrangheta.
Secondo alcune dichiarazioni «Pentedattilo è ritornato a vivere quando abbiamo recuperato una scuola e abbiamo realizzato un ostello della gioventù con pochi soldi. Ciò ha permesso di organizzare per quattro anni campi scout da tutta Europa. I ragazzi stavano nell’ostello e manutenevano il borgo». Ciò ha poi attirato le varie associazioni che hanno fatto sì si sviluppasse artigianato ridando splendore al paese.