Travel blogging: a tu per tu con Selene Scinicariello

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Come si diventa travel blogger? La fondatrice di Viaggi che mangi, nonchè web content editor per importanti realtà, ci racconta di una professione complessa ma appassionante. Una lunga chiacchierata in cui Selene non risparmia generosi consigli a chi desideri intraprendere tale professione

Un po’ viaggiatore e un po’ cronista ma anche un affabulatore capace di coinvolgere con una scrittura accattivante fornendo, nello stesso tempo, consigli e itinerari a coloro che amano esplorare il mondo.

In modo molto semplificato, abbiamo descritto la professione di travel blogger, tanto ambita quanto competitiva. Dietro l’apparenza di belle foto ed esperienze in luoghi da cartolina, in realtà c’è anche tanto lavoro basato su studio, aggiornamento continuo e sulla conoscenza di tecniche e strumenti digitali, oggi indispensabili.

Come si diventa travel blogger? I consigli di Selene Scinicariello

Ne abbiamo parlato con Selene Scinicariello, genovese e amante dei viaggi fin da bambina. La fondatrice del blog Viaggi che mangi, nonchè affermata web content editor per diverse realtà, ha risposto alle nostre domande con esaustività e dovizia di particolari. Se vi state chiedendo come si diventa travel blogger, leggete con attenzione questa intervista.

Ecco come si diventa travel blogger, intervista a Selene Scinicariello
Selene Scinicariello, blogger di Viaggi che mangi

Ciao Selene, raccontaci un po’ di te
Ciao e grazie mille per avermi dato l’opportunità di raccontarmi sul vostro magazine. Ho una Laurea in Lettere Moderne, una in Comunicazione e Culture dei Media e ho frequentato un Corso di Perfezionamento in Innovazione Digitale per i Beni e le Attività Culturali. Dopo diversi tirocini e qualche proposta di lavoro sottopagato, con poca prospettiva di crescita, ho deciso di aprire la Partita Iva e provare a investire su me stessa diventando web content editor e travel blogger.

Oggi com’è strutturato il tuo lavoro?
Scrivo per diversi portali e magazine online e mi impegno quotidianamente per offrire ai lettori del mio blog Viaggi che mangi contenuti utili e interessanti. Sono sempre alla ricerca di stimoli e collaborazioni che possano arricchirmi e farmi crescere professionalmente. Aprire la Partita Iva è stato un po’ un salto nel vuoto (all’epoca avevo un solo cliente) ma è anche una spinta continua a non stare mai ferma, a scovare nuove possibilità e a dare sempre il massimo.

Quando hai aperto esattamente il tuo blog?
Viaggi che mangi è nato a Marzo 2017. Era un pomeriggio qualunque, stavo facendo ricerche online per trovare annunci di lavoro quando mi sono imbattuta per caso in un articolo che spiegava come aprire un blog. Mi si è aperto un mondo e ho iniziato a pensare alla possibilità di provare a investire su di me per trasformare le mie passioni in un lavoro. Dopo alcune delusioni lavorative, infatti, ero arrivata alla conclusione che quella poteva essere la mia strada.

Come si passa dall’idea alla realizzazione di un progetto di questo tipo?
Inizialmente ho creato il blog su wordpress.com e ho attivato le varie pagine social. Dopo pochi mesi, tuttavia, ho capito che se volevo farne davvero una professione avrei dovuto investire qualcosa: ecco, allora, che ho comprato il mio dominio e il mio spazio hosting, defininedo gli obiettivi di ciò che avrei voluto offrire ai lettori di Viaggi che mangi.

Come descriveresti la proposta di Viaggi che mangi?
Oggi il sito è dedicato a viaggi di coppia ed enogastronomia; offre spunti per organizzare i propri viaggi in autonomia, guide per visitare le città, itinerari gastronomici e focus sulle specialità enogastronomiche dei posti che insieme a Stefano, compagno di vita e di viaggi (nonché creatore dei video sul nostro canale YouTube), abbiamo visitato.

Sai come si diventa travel blogger? Abbiamo intervistato Selene Scinicariello
Selene durante un viaggio in Piemonte (Foto © Viaggi che mangi).

Secondo te è sufficiente la passione per la riuscita di un blog?
La passione è fondamentale, senza non si va da nessuna parte, ma il successo di un blog si raggiunge solo con tanta costanza e tanto studio. Studiare è fondamentale se si vuole posizionare il proprio sito sui motori di ricerca. Inoltre è necessario studiare una strategia, mettere nero su bianco i propri obiettivi e lavorare quotidianamente per raggiungerli; l’improvvisazione non è consentita in un contesto tanto competitivo come quello della rete. Esistono i blog aperti solo per passione, sono una sorta di diario personale in cui raccontarsi e parlare delle proprie esperienze: questi, però, rimangono pur sempre un hobby. Se si vuole fare del blogging un mestiere, allora la passione non basta.

Cosa serve per distinguere un blog dalla massa?
Una nicchia. Rivolgersi a un pubblico ben preciso è fondamentale per uscire fuori dalla massa, distinguersi e diventare un punto di riferimento. Ammetto che questo è davvero difficilissimo: serve tanto studio, ma anche tanta forza di volontà. Bisogna capire i propri punti di forza, analizzare le proprie competenze e decidere cosa includere e cosa escludere. Al momento Viaggi che mangi sta cercando di puntare soprattutto sul binomio viaggi / cibo (come si capisce dal nome): questo argomento interessa sempre più persone, ma è anche ciò che più amiamo fare.

Gli articoli del tuo blog riguardano tutto il mondo oppure hai scelto di concentrarti su alcuni Paesi?
Su Viaggi che mangi ho deciso di parlare di luoghi che ho visitato personalmente per cui sul blog si trovano guide dedicate all’Italia, ma anche all’Europa. Al momento la parte “Mondo” non è ancora ben sviluppata: vorrei raccontare i miei numerosi viaggi negli Stati Uniti (che ho visitato da sola e con l’aiuto dei miei parenti che vivono lì) ma al momento sono così tante le cose di cui vorrei parlare che ho preferito concentrarmi su Italia e Europa. La mia decisione è semplicemente dettata da una mancanza di tempo.

Qual è un Paese che ti è piaciuto particolarmente raccontare?
Negli ultimi anni, io e Stefano abbiamo viaggiato molto nei Balcani per cui c’è un focus interessante su questa zona. Sono molti i lettori interessati a questi Paesi e ci piacerebbe continuare a sviluppare sempre più l’argomento per valorizzare questi territori ancora poco conosciuti.

Come si diventa travel blogger: ne parliamo con Selene Scinicariello
Viaggio nei Balcani (Foto © Viaggi che mangi).

Quanto ti è stato utile il blog per il tuo lavoro di web content editor?
Moltissimo. Viaggi che mangi è stata (ed è ancora) per me una grandissima vetrina. Mi ha permesso di instaurare relazioni che si sono trasformate in collaborazioni, di farmi conoscere e di aver sempre a disposizione una sorta di portfolio ricco di contenuti da mostrare a possibili futuri clienti. Avviare un blog e iniziare a frequentare eventi legati al settore del turismo e dell’enogastronomia, inoltre, mi ha dato modo di incontrare tante persone con cui ho instaurato rapporti collaborativi e con cui sono cresciuta professionalmente.

Il SEO copywriting serve nel settore del turismo e in quello della ristorazione?
Saper scrivere per il web oggi è fondamentale per apparire tra i primi risultati di ricerca di Google. Non basta essere bravi a scrivere: è necessario studiare la SEO (Search Engine Optimization), cioè tutte quelle attività necessarie a migliore la scansione, l’indicizzazione e, quindi, il posizionamento del proprio sito dai motori di ricerca. Scrivere in ottica SEO significa creare contenuti appetibili a Google che risponderanno alle domande (query) che gli utenti digitano quotidianamente sulla barra di ricerca. Senza tali requisiti un blog o un sito oggi non servono a nulla perchè nessuno li trova ed è come se non esistessero.
Turismo e ristorazione possono trarre parecchio beneficio dal SEO copywriting perché questo permette di comparire sui motori di ricerca occupando, magari, le prime posizioni in SERP (la pagina dei risultati).

Quali sono le opportunità del binomio “Travel e Food”?
Credo profondamente che il binomio Travel e Food abbia un potenziale enorme da sviluppare e su cui investire. Sono sempre di più i viaggiatori che scelgono le proprie mete in base ad esperienze gastronomiche che hanno intenzione di fare e, viceversa, sono numerosissimi i turisti che vogliono provare esperienze autentiche durante i propri viaggi e tra queste la cucina tradizionale è sempre un grande must.
Le Strade del Vino, ad esempio, come anche le visite nelle aziende che producono prodotti regionali tipici attirano tantissimi viaggiatori ogni anno. L’esperienza turistica va arricchita sempre di più in questa direzione.

Ci spieghi come un blogger può aiutare le aziende e gli enti nella loro strategia di promozione?
Direi che il blogger puù contribuire in diversi modi. Prima di tutto creando articoli per il proprio blog dedicati ai territori e all’esperienze vissute in prima persona in un determinato luogo: questi contenuti andranno a posizionarsi sui motori di ricerca e invoglieranno gli utenti che li leggeranno a viverle a propria volta. Inoltre il blogger ha solitamente anche una vasta community di persone che lo seguono attraverso i social (Instagram e Facebook in primis). Utilizzando questi strumenti il blogger è in grado di raccontare in diretta le proprie esperienze coinvolgendo e ispirando i propri follower. È indubbio che tutto ciò porti grandi benefici alle aziende e agli enti che investono sul lavoro del blogger con il quale è interessante costruire insieme progetti di promozione.

Quanto sono importanti le immagini nel racconto? E cosa devono trasmettere?
Sono fondamentali, oggi più che mai. Purtroppo la gente legge sempre meno e per questo è necessario ispirare anche attraverso le fotografie e i video. Instagram in questo aiuta moltissimo: pubblicare belle foto invoglia chi le vede a recarsi in quel luogo. Anche YouTube ha lo stesso vantaggio di ispirare gli utenti a replicare le esperienze nei luoghi che vede in video. Ecco perché i social sono fondamentali in ogni strategia di promozione: sono immediati e diretti. In un articolo di un blog, quindi, è sempre una buona pratica inserire fotografie e incorporare video per aiutare la lettura e stimolare l’attenzione del lettore.

Quanto la pandemia cambierà il modo di viaggiare e il mondo della ristorazione?
Purtroppo la situazione attuale è ancora molto incerta e i settori del turismo e della ristorazione sono quelli che più hanno sofferto a causa dell’emergenza sanitaria. Questo è il momento per pensare a nuove strategie e per migliorare la propria presenza online (mondo che nell’ultimo anno è entrato ancor più nelle nostre vite). È importante, quando si ritornerà alla normalità, esserci ed esserci nel migliore dei modi. I viaggiatori cercheranno luoghi sicuri, dove rilassarsi e sentirsi tranquilli: le aziende dovranno riflettere molto su questo e improntare la loro comunicazione in questa direzione.

Grazie Selene per la bellissima chiacchierata e per le informazioni preziose. Sotto lasciamo i tuoi recapiti, utili a chiunque ti voglia contattare.
Grazie mille per la chiacchierata e per l’ospitalità.

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