La Cina è uno dei luoghi più esotici e affascinanti del mondo. Terzo paese per estensione territoriale (dietro India e Russia), ma primo per numero di abitanti, è un luogo dove passato e modernità si mixano in modo perfetto.
La prima cosa che viene in mente, appena si sente nominare la parola “Cina” è la Grande Muraglia. Essa è stata fatta costruire dall’imperatore Qin Shihuangdi, nel III secolo A.C., per proteggere il regno dalle incursioni dei mongoli. È lunga 6350 km e ha una altezza media di circa 10 metri ed una larghezza media di 6 metri. Si estende a partire da ovest (Passo di Jiayuguan) fino a raggiungere a est il fiume Yalujiang.
Sarebbe riduttivo, però, associare al paese di Mao, solo quella costruzione, per quanto maestosa e indistruttibile. Esistono altri luoghi che lasciano gli stranieri a bocca aperta. Tra questi vi sono la Città Proibita, l’Esercito di Terracotta e il Palazzo d’Estate.
Più che per le sue opere, però, la Cina si distingue per le numerose varietà culturali, come si evince dalle opinioni dei viaggiatori che abbiamo analizzato da turistipercaso.it. Esistono usi e costumi che ne fanno letteralmente un altro mondo. Tra queste, non si possono diventare le enormi varietà culinarie regionali. La cosiddetta “cucina cinese” che spopola in Europa, nulla ha a che vedere con quella che si “gusta” nel Paese natio. Ci sono piatti che, a sentirli, a noi occidentali, farebbero rivoltare lo stomaco: dagli scarafaggi alle larve passando per libellule e formiche cotte. Per non parlare di serpenti e squali. I piatti sono in genere fritti o cotti al vapore, ma anche in salse agrodolci.
Altra particolarità della Cina sono i “salti nel tempo” che è possibile fare. A Shanghai, ad esempio, il fiume Huangpu, separa la città del passato (dove si può passeggiare seguendo il Bund, un’ampia strada su cui si affacciano edifici coloniali) da quella ultramoderna, riconoscibile per i grattacieli fantasmagorici.
Tra i luoghi di maggior interesse della Cina, spicca la regione di Macao. Ex Colonia portoghese, è tornata sotto la sovranità cinese il 20 dicembre 1999. Nell’ambito della politica di “un Paese, due sistemi” la Regione ha comunque un proprio sistema giuridico, propria forza di polizia, sistema monetario, politica doganale e politica d’immigrazione. La Cina, invece, è responsabile per la difesa del territorio e degli affari esteri.
L’ex colonia portoghese è la seconda nazione per aspettativa di vita nel mondo e, come tutte quello che si trova in Cina, ha due volti. Da una parte vi è la località di mare (con fortezze, chiese e specialità culinarie tipiche del Portogallo), dall’altra una sorta di “Città occulta”, dedita ai “peccati occidentali”, prima di tutti, il gioco d’azzardo. È proprio questo passatempo a fare da traino per il turismo della zona. Non è un caso che, negli ultimi anni, gli introiti derivanti dal gambling abbiano superato quelli di Las Vegas. Attualmente il gambling assicura il 40% del PIL.
Il luogo di ritrovo per chi vuole provare il brivido del gioco è il “Venetian Macau Resort Hotel”, inserito al top di una guida turistica sui casinò resort più imponenti della città. Non si tratta di un’imitazione di quello presente nella “città del vizio” americana, ma di quello originale “importato” grazie ad una partnership con la “gemella americana”. Costruito nel 2007, è un grattacielo che ospita il più grande casinò di Macao (che occupa una superficie di 50mila metri quadri), oltre ad un albergo con 3000 camere, 350 negozi, 30 ristoranti, un centro congressi e un teatro di 15.000 posti a sedere.
Macao però, non è solo la patria del gioco d’azzardo asiatico. La regione è ricca di monumenti e costruzioni architettoniche. Tra queste, spicca il Mandarin’s House. Raro esempio di costruzione architettonica cinese, occupa una superficie di 4.000 metri quadri. Ex residenza del teorico e riformista Zheng Guanying, è costituito da diversi padiglioni e corti, edificate in pietra e legno e arredate con gusto raffinato.
Il Mandarin’s House è l’ennesimo esempio di come, nel Paese di Mao, sia possibile trovare tutto e il suo contrario.
La Cina affascina per questo, per la sua capacità di viaggiare nel tempo, senza aver bisogno di uno strumento come quello inventato da “Doc” Brown in “Ritorno al Futuro”.