Una cartolina da… MARTE

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E’ una notte tranquilla.
Il cielo, non ho un termine diverso per nominare quello che è sopra di me, appare sgombero di formazioni gassose.
Fuori, il termometro segna meno ottantacinque gradi. Senza troppi giri di parole, credo di poter affermare che è proprio una splendida notte marziana.
Cosa si prova ad essere il primo uomo che ha messo piede su questo pianeta dedicato al dio della guerra?
Si prova un certo disagio di fronte a tutta questa quiete sabbiosa, dove, strano a dirsi, certe dune finiscono per rammentarmi la forma dei tuoi seni.
Scrivo queste righe in una pausa delle infinite incombenze tecnico-scientifiche del nostro programma  e per quanto ridicolo possa apparirti, questo mi riconcilia con il mio essere umano quasi quanto le due scomode operazioni del nutrirsi e dell’evacuare.
Scrivo, sapendo che occhi estranei leggeranno queste poche, privatissime parole e non provo angoscia.
Dove gli specialisti leggeranno conferme di un buon adattamento del mio cervello alle sollecitazioni da stress, so che tu scorgerai altro.
E mentre lo affermo, spero che i crittografi non si avventurino in inutili esercizi interpretativi di inesistenti messaggi celati sotto forma di codice amoroso.
Pare ieri, quando analizzavo le risultanze della prima esplorazione di questo sontuoso pietraio che avevamo affidato ad un robot-laboratorio ribattezzato “Curiosity”.
L’intera mia esistenza, se posso dirlo, è stata consacrata alla curiosità, ma tanta dedizione non mi rende più intelligente di certe rocce rossastre che continuano ad attirare la mia attenzione fuori dall’oblò. Prima o poi ci sarà una grande tempesta. Una di quelle che, al confronto, i nostri cicloni tropicali appaiono una caricatura.
L’ambaradan che abbiamo trasportato sin qui dovrebbe resistere, ma come ben sai, in queste circostanze il condizionale è d’obbligo.
Dovessi, come un’antico fante dell’esercito di Cambise, sparire tra i moti convulsi di questa sabbia aliena, sappi che ne sarà valsa la pena, perché il tempo che ha preceduto il ritorno alla polvere è stato rischiarato dalla tua luce.
Considerati baciata.
Il tuo astronauta.

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