Il Marais, cuore del cuore della fascinosa Parigi dei segni

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Si scrive Marais, ma non traduce palude.
Qualora nel vostro prossimo viaggio parigino non fosse contemplata una domenica, fate in modo che vi sia. Rischiereste, in caso contrario, di sciupare un’opportunità perché  questo quartiere, che non figura quasi mai negli itinerari del turismo d’assalto, per disvelarsi, richiede la sospensione di ogni frenesia.
Se la guida in vostro possesso dedicasse al Marais poche e stitiche note, richiudetela pure, consultarla non vi sarebbe comunque d’aiuto. Per una volta, trasformatevi nei cartografi delle vostre emozioni.
Tracciate con un tratto di penna  un triangolo irregolare sulla più spiegazzata delle vostre piantine di Parigi. Abbiate cura che i vertici coincidano con Place de La Bastille, Place de La Republique e l’Hotel de Ville. Il centro del vostro triangolo è quasi tutto Marais, ovvero il cuore segreto della grande capitale.
Siete sulla riva “droite” della Senna e non siete sul lato sbagliato.
Siete dove, fino al cinquecento, si delimitava l’area degli orti acquitrinosi che danno ragione della “palude” che si cela nel nome del Marais.
Se scegliete l’Hotel del Ville (il Municipio) come porta d’ingresso sud al quartiere, sappiate che state transitando davanti alla culla ricostruita della gloriosa “Comunedel 1871.
Forse, se la fortuna vi assiste, è proprio la domenica giusta.      Una di quelle in cui, con la complicità di un alito di vento, le nuvole giocano col sole e le pieghe del Marais mutano di colore continuamente sotto gli sbalzi della luce.
Non aspettatevi i grandi viali di altri più rinomati quartieri.
Qui, tra il terzo  ed il quarto arrondissment, le strade sono tagli discreti che tendono a perdersi in stradine misteriose dove i nomi sono ancora scolpiti nella pietra.

Si assapora un rilassato compiacimento ad ascoltare il suono dei passi che vi conducono lungo porte decorate da sculture lignee, mentre l’aria intorno profuma di buona pasticceria. Alzare lo sguardo può essere occasione di curiose sorprese nelle pietre angolari di certi edifici.
Inutile nasconderlo, il Marais è luogo di segni dove l’arte misteriosa del simbolo da prove di se. Se capitate dinanzi all’Hotel de Lamoignon, osservatene la decorazione del portale. Un “putto” regge uno specchio e l’altro un serpente. Simboleggiano rispettivamente “verità” e “cautela” nei codici di certa massoneria speculativa.
Forse, non è un caso che qui sorgeva la più importante cittadella fortificata dell’ordine dei monaci guerrieri autonominatisi: Templari. A ricordo della loro remota potenza resta solo il nome della strada: rue du Temple.
Ancora pochi passi e l’atmosfera cambia ancora restituendo la più insolita delle dimensioni medio orientali. Stiamo entrando nel Pletzl, il quartiere ebraico, con i suoi ortodossi occhialuti dai lunghi cernecchi sulle camice bianche sotto vestiti neri. La Sinagoga è in rue Paveè.
Lungo rue de Rosiers, colorati negozi propongono “falafel” ed altre particolarità della cucina Kosher. Poi, qualcosa annuncia che il cuore del cuore di Parigi non è lontano.
Passando davanti al rinascimentale Hotel de Sully, sulla rue saint Antonie, entrate nel cortile interno, ne vale la pena. Cercate con lo sguardo il passaggio pedonale che vi porterà al centro del Marais: a Place des Vosges.
Il più splendido quadrato urbano di tutta Parigi,con al centro i suoi tigli. Trattenete il fiato e andate incontro a 36 splendidi edifici dove  mattoni rossi e tetti di ardesia blu custodiscono il fascino di un porticato che su ognuno dei quattro lati riserva sorprese. Forse le scoperte del portico valgono da sole l’intera vacanza a Parigi.
Deliziosi bistrot, gallerie d’arte, botteghe antiquarie e poi… musica offerta da giovani musici di strada. Quintetto jazz da un lato e trenta giovanissimi  violinisti, dall’altro, che officiano Vivaldi.
E dopo, Museo Picasso o Museo Carnavalet, a seconda degli interessi. E se tutto questo ancora non bastasse a motivare la vostra domenica, allora provate a chiedervi dove trovare il “mercato alimentare dei bambini rossi” o un negozio di fiori che fa il verso ad un famoso romanzo.
Cercatelo “au nome de la rose”, vende unicamente rose di tutte le specie conosciute. Lo riconoscerete, il marciapiede all’ingresso è sempre cosparso di petali.
E se qualcuno, infine, vi chiedesse dove trovare l’ironia di una sala da tè che si denomina “Les Enfants Gatès”(i bambini viziati), rispondete senza paura di sbagliare: al Marais, amico, assieme a molto altro.

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