C’è molto da scoprire in quel territorio decantato anche da Dante. Il suo volto più affascinante è quello dei borghi antichi e dei percorsi naturalistici, dei porti di pescatori e delle campagne illuminate dal sole. È soprattutto un turismo lento a valorizzare la parte di Emilia Romagna più semplice e più schietta; per scoprirla abbiamo seguito un percorso indicato dalla Strada della Romagna, tra arti e mestieri, eccellenze e persone generose
C’è una luce particolare in quel territorio che confina con tre regioni italiane di cui rappresenta un felice miscuglio di elementi naturali, cultura e tradizioni che si esprimono in una giovialità e in un saper vivere che conquista al primo approccio.
Parliamo della Romagna, quella parte di regione che tra colline, montagne, pianura, mare e città d’arte offre un ritmo di vita più lento e rilassato rispetto a quello dell’Emilia, benchè ugualmente produttivo e operoso.
Celebrata soprattutto per il turismo della Riviera romagnola, in realtà la Romagna ha molto di più da offrire. La storica via Emilia, che collega Piacenza a Rimini, è una inesauribile fonte di scoperta sotto tutti i punti di vista, turistici ed enogastronomici.
La Strada dei Vini e dei Sapori “Strada della Romagna”
A promuovere a valorizzare il patrimonio culturale della provincia di Ravenna, dal 2000 è molto attiva La Strada dei Vini e dei Sapori “Strada della Romagna” che riunisce aziende, attività ristorative e ricettive nonché enti e istituzioni.
Grazie all’impegno di un team giovane e appassionato, l’Associazione svolge una serie di iniziative ed eventi finalizzati a far conoscere non solo il territorio e le sue potenzialità ma anche le persone che con determinazione, competenza e fierezza tramandano “l’anima della Romagna”.
Cosa Visitare in Romagna: 4 tappe da fare
Proprio seguendo i suggerimenti ricevuti abbiamo seguito un itinerario alla scoperta di alcune eccellenze e di alcune tappe da suggerire in un viaggio in Romagna.
1. Brisighella e il suo oro verde
Nell’incantevole borgo medievale di Brisighella, abbracciato dal Parco Regionale della Vena del gesso, l’atmosfera è da cartolina. Aria pulita, poco o niente traffico, costruzioni antiche e ben tenute, strade in pietra e ospitalità d’altri tempi, rendono questa località – inserita tra i borghi più belli d’Italia – una tappa irrinunciabile.
Oltre ad essere un punto strategico per itinerari immersi tra storia e natura, Brisighella è anche famosa per l’Olio extravergine d’oliva Brisighella DOP, un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo.
Viene ottenuto solo dalla varietà “Nostrana di Brisighella” (il disciplinare prevede almeno del 90% di questa cultivar) i cui ulivi sono coltivati, fin dall’antichità, sull’Appennino Tosco Romagnolo che protegge le piante dai venti di Levante e trasferisce loro la ricca mineralità del suolo.
Per ottenere questa tipicità romagnola, la raccolta è solo manuale mentre l’estrazione avviene con processi meccanici e fisici atti a ricavare un olio che conservi le caratteristiche organolettiche delle olive.
Dal colore verde smeraldo con riflessi dorati, l’olio extravergine d’oliva Brisighella DOP all’assaggio conquista per il sapore piccante e amarognolo che lo rende perfetto soprattutto a crudo per esaltare la succulenza di insalate, verdure, bruschette e pesce.
Visitare la Cooperativa Terra di Brisighella, sotto la guida esperta di Franco Spada (presidente del Consorzio olio DOP Brisighella), è un’esperienza utile ad apprendere tecniche di produzione, specificità della cultivar e dell’olio.
2. A Marina di Ravenna, tra mare, bellezza e…cozze
Anche nella produzione di cozze, la Romagna vanta una posizione di rilievo per qualità e peculiarità del prodotto soprattutto per quanto riguarda la Cozza di Marina di Ravenna.
Tale varietà cresce spontaneamente e viene raccolta, dalla seconda metà di maggio a settembre, nelle acque dolci dell’Adriatico le quali, per l’abbondanza di elementi nutritivi, offrono il contesto adatto per far crescere questi mitili carnosi e saporiti. Gustatele in tanti piatti locali e ne resterete conquistati.
3. Relax alle Terme di Riolo
Per beneficiare degli effetti terapeutici dell’acqua termale sulfurea, le Terme di Riolo sono una struttura certificata dal Ministero della Salute “Stabilimento Termale 1° Livello Superiore” e vantano una storia prestigiosa.
Circondate dal verde delle colline e immerse in un parco secolare, dal 1870 le Terme rappresentano un luogo per risolvere importanti problemi di salute grazie alle acque medicali Vittoria, Breta, Margherita e Salsoiodica e al fango sorgivo dei vulcanetti di Bergullo.
Negli ultimi anni l’offerta si è arricchita ulteriormente trasformando il complesso in luogo di relax per tutta la famiglia che può beneficiare anche di una piscina termale di grandi dimensioni e di un centro benessere per trattamenti di vario tipo. Inoltre, sempre all’interno della struttura sono disponibili il Grand Hotel Terme e un ristorante.
Per informazioni e prenotazioni è disponibile il sito web delle Terme di Riolo: www.termediriolo.it.
4. Ecomuseo delle Erbe Palustri, una civiltà da preservare
A Villanova di Bagnacavallo c’è un luogo che merita assolutamente di essere visitato, anche e soprattutto con i bambini, per le sorprendenti testimonianze di un’artigianalità ormai perduta ma anche per la cura, la competenza e la passione che alcuni volontari dedicano al progetto.
Si tratta dell’Ecomuseo delle Erbe Palustri, nato nel 1985 per ricordare e valorizzare la civiltà contadina nata intorno al XIV secolo lungo l’argine sinistro del fiume Lamone.
Da quel momento fino agli anni Settanta, tra zone umide e corsi d’acqua, gli abitanti si ingegnarono per utilizzare tutto ciò che la natura metteva loro a disposizione e – tra le varie attività – impararono ad utilizzare le erbe spontanee per ottenere manufatti di ogni tipo.
La tecnica di lavorazione divenne talmente elaborata ed efficiente che veniva prodotto di tutto, dall’abbigliamento alle scarpe, dalle ceste agli utensili, dai giocattoli per bambini a materiale per l’edilizia al punto da creare una fiorente attività con esportazioni in tutto il mondo.
L’Associazione Culturale Civiltà delle Erbe Palustri vuole proprio evitare che questo patrimonio vada perduto e nel Museo espone un inestimabile raccolta di artigianato con incastri, intrecci, tessiture, trame, torsioni, filature, capanne, il tutto realizzato con erbe e legnami che crescevano nell’ambiente circostante.
Le guide sono molto brave a raccontare della comunità che viveva a Villanova di Bagnacavallo anche con l’ausilio di immagini e video che riportano indietro nel tempo.
L’Ecomuseo delle Erbe Palustri è in via Ungaretti, 1 – Villanova di Bagnacavallo (RA). Tel. +39 0545 47122 | www.erbepalustri.it
La Romagna del cibo e del vino
Se si sta decidendo cosa visitare in Romagna, non si può prescindere dalla conosceza della sua ricca cultura enogastronomica. In materia di prodotti tipici l’Emilia Romagna ha ben 44 Dop e Igp, con il primato europeo di prodotti agroalimentari certificati.
In effetti quella che nasce come “cucina povera e contadina” ha una varietà e una ricchezza date proprio dalla eterogeneità del territorio. Si possono citare formaggi e salumi derivanti dall’allevamento, pesce dell’Adriatico, frutta e ortaggi, sale di Cervia, paste fresche tirate al mattarello (passatelli, cappelletti, tagliatelle, lasagne), piadina, olio olio extravergine d’oliva di Brisighella fino ad arrivare i vini autoctoni.
Va segnalato il grande lavoro di rilancio, miglioramento e valorizzazione dei vini emiliano-romagnoli che, negli ultimi anni, sono entrati a far parte delle carte dei ristoranti più famosi e lodati da esperti o semplici winelover.
Se il Sangiovese (forse) è sul gradino più alto dei vini identitari della Romagna, anche l’Albana ha riconquistato terreno con interpretazioni in calice che hanno restituto a questo vitigno la meritata dignità.
Apprezzati anche Centesimino, Burson, Pagadebit e Trebbiano la cui lavorazione da parte di una nuova generazione di vignaioli attenti alla qualità e alle esigenze del mercato ha lanciato la Romagna enologia nel firmamento dei vini italiani nel mondo.
Ospitalità nel borgo di Brisighella
Se si decide di dormire nel silenzioso borgo di Brisighella, durante la visita in Romagna, c’è un albergo che dall’Ottocento unisce la professionalità al calore umano di una famiglia. Da quattro generazioni, infatti, l’Hotel la Rocca ha saputo adattarsi ai nuovi tempi e anche la ristrutturazione ha mantenuto lo stile antico pur introducendo comodità moderne.
Nel ristorante interno, poi, la Romagna si esprime con tutta la sua vivacità. Lo chef Daniele attinge completamente al territorio e ai suoi artigiani per ingredienti freschi, genuini e completamente tracciabili. Le sue mani esperte e il piglio creativo rendono le eccellenze emiliano-romagnole protagoniste di una cucina fedele alla tradizione ma nello stesso tempo elegante e molto interessante nell’inventiva e negli accostamenti di sapori.
Cenare sulla terrazza che offre una stupenda vista sulle colline e sul borgo medievale, sorseggiando vini del territorio è una di quelle situazioni che rigenerano lo spirito.
E secondo voi, cosa visitare in Romagna, al di là dei soliti percorsi più famosi? Aspettiamo i vostri racconti.