Baja California

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Scopo di un viaggio è perdersi!

Perdersi tra mille nuovi colori, nuovi sapori, nuovissime emozioni. Inebriarsi delle sensazioni che un altro paese, un altro popolo, un’altra cultura sanno trasmettere.

È quello che ci auguriamo possa accadere a quanti percorreranno quella stretta fascia di terra che si protende nell’Oceano Pacifico a sud di San Diego: la Baja California.

La sua particolare conformazione geografica la rende unica ed affascinante, un lembo di Messico che si è staccato, allontanato, per costruirsi una propria identità, una propria vita. Una terra piena di contrasti e di contrapposizioni, sulla costa, magnifiche spiagge di sabbia bianca, baie tranquille e scogliere imponenti, nell’entroterra, l’aridità del deserto e l’asprezza della natura. La Baja California è un’esagerazione di effetti speciali di luce e colore: dall’acqua turchese e cristallina alla terra bruciata dal sole. In molti ci vanno per dimenticare, in molti per essere dimenticati, perché da sempre è luogo ideale per nascondersi, anche solo fuggire dalla frenesia della propria quotidianità.

Rimanere da soli, attoniti davanti ad una natura aspra e selvaggia, smarriti di fronte a tanta bellezza.

Il viaggio comincia dall’estremo nord e prosegue lungo i 1.700 km che arrivano fino all’estremo sud, come una saetta che squarcia l’Oceano Pacifico, attraverso scenari naturali ed umani diversificati e spesso contrastanti.

Ad un estremo c’è Tijuana, città vicinissima alla California, “ancorata” al Messico, rappresenta una linea di demarcazione: al di qua l’ordina, al di là l’oblio. Ci si trovano tutti gli eccessi ed il caos di una zona franca in cui tutto sembra lecito. All’altro estremo c’è La Paz, città anomale per essere messicana, strade e marciapiedi larghi delimitano villini con giardino, il traffico è quasi assente e regna una serena tranquillità. Se ci si spinge ancora più giù, alla punta estrema della penisola ci sono Cabo San Lucas e San Josè del Cabo, “los cabos”, un angolo di Eden assolutamente sorprendente per l’incredibile profusione di paesaggi mozzafiato e per la spettacolarità della vita marina. Anche se il mare più stupefacente di tutta la Baja s’incontra in quel baffo di Oceano che la separa dal Messico, come una profonda spaccatura, protetto da bastioni vulcanici orlati di spiagge deserte e baie incantevoli: è il Mar di Cortéz. Ogni anno tra gennaio e fine marzo le balene si danno appuntamento per godere dell’abbondanza e della bellezza di queste acque. Dalla cittadina di Guerrero Negro delle piccole imbarcazioni portano ad ammirare questi giganti del mare che percorrono migliaia di chilometri dal Canada per venire a partorire nelle acque basse di questa laguna. Da un punto di vista naturalistico il Mar di Cortéz è veramente di una bellezza difficile da immaginare, i paesaggi sono mozzafiato e colpisce l’imponenza delle scogliere su cui l’erosione ha scolpito immani gradinate e cadute vertiginose.

Il profilo della costa è una tavolozza di tutti i colori che racconta una storia geologica inquieta. Protagonisti assoluti del panorama botanico della Baja California sono i cactus altissimi e gli arbusti spinosi che si stagliano contro il cielo, ultimi baluardi di vita che sfidano un ambiente così ostile. È la terra dei contrasti, ed è proprio la dicotomia tra deserto e mare, tra aridità e fertilità, tra torpore e vitalità a creare gli scorci più suggestivi ed emozionanti.

Il mare infatti sale profondo e rapido per frangersi sugli scogli o per addolcirsi nel turchese della baie tranquille, davanti a lunghe spiagge chiare e deserte, o per insinuarsi nella calma di vetro delle lagune di mangrovie di un verde smeraldo. La fauna è ricca e tutta da ammirare, il cielo è pieno di voli, avvoltoi, fregate, aironi, gabbiani e sule, i pellicani a pelo d’acqua gettano lo scompiglio nei banchi di pesci compatti e multiformi.

Sempre per creare antitesi la maggior parte delle cittadine che popolano l’entroterra desertico si chiamano oasi, come Mulegé, una verdissima valle ricca di palme disposte lungo un fiume, dove missioni religiose gesuite cercarono in passato di convertire i “selvaggi” abitanti del luogo. Poi c’è Santa Rosalia, sulla cui piazza principale troneggia un’originale chiesa in ferro progettata dal celebre Gustave Eiffel che dopo essere stata sballottata su navi cargo qui riposa degnamente. Loreto, l’antica capitale delle Californie, sembra ergersi appositamente proprio lì, dove si incontrano l’ocra della Sierra de la Giganta e il blu Cobalto del Mar di Cortéz, al centro di uno spettacolare gioco cromatico.

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